L'importanza sottovalutata degli haters
Perchè l'esistenza degli haters è fondamentale per lo sviluppo degli anticorpi necessari a fronteggiare critiche e ingiustizie.
Da quando sono diffusi i Social abbiamo iniziato a familiarizzare con la parola hater, letteralmente odiatore. Questo termine viene usato in modo fortemente dispregiativo per etichettare alcune persone come feccia ai margini della società, la cui esistenza viene considerata indesiderabile, e che dovremmo impegnarci attivamente per debellarle dall’umanità.
In questo articolo vorrei spiegare che non solo è sbagliato e impossibile eliminarli dalla faccia della Terra, ma che:
Gli haters sono una parte integrante del nostro tessuto sociale e sono fondamentali per la nostra crescita personale.
Quando sono nati gli haters?
A differenza di quello che credono molti, gli haters NON sono nati con i Social Network, ma esistono da sempre!
Gli haters sono quelle persone che sparlano nei corridoi mettendo in giro brutte voci. Gli haters sono le comari che spettegolano e diffondono malelingua nei paesi di provincia. Gli haters, fondamentalmente, sono persone comuni che lanciano critiche gratuite per invidia, superbia, scherno o per puro divertimento.
Questo fenomeno di critica sociale si è sempre manifestato, che sia lungo i vicoli di un piccolo paese o che siano i commenti in un post di Facebook, la sostanza non cambia.
I Social Network hanno solo fornito una cassa di risonanza che ci fa percepire con maggiore intensità la loro presenza.
Quanto sono rilevanti gli haters?
Molto meno di quel che si pensa. Stando alle notizie che ci arrivano dai media e alle lamentele che sentiamo da parte di molti VIP, sembrerebbe che il fenomeno degli insulti social sia estremamente dilagante, oserei dire endemico. Un vero e proprio cancro della società.
Le cose in realtà non stanno così. Se andiamo ad analizzare i post pubblicati, la maggior parte dei commenti sono elogi, manifestazioni d’affetto o semplici opinioni neutrali.
Soltanto una minima parte (max 3/4 %) è rappresentata da insulti, commenti poco eleganti e nei casi peggiori vere e proprie minacce di morte.
Ovviamente questa percentuale può variare in base all’importanza del post e dell’utente che lo ha pubblicato. Se sei una carica politica, e quindi particolarmente esposta all’opinione pubblica, è più probabile che questa percentuale si alzi; tuttavia è estremamente raro che superi qualche punto percentuale. E se questa percentuale fosse particolarmente alta (superiore al 20%), allora dovresti farti qualche domanda. Forse è il contenuto del post originario ad essere obiettivamente sgradevole.
Ad esempio, quando Matteo Salvini postò live un video su Facebook mentre citofonava ad un “presunto spacciatore” per fare, a suo modo, giustizia, è comprensibile che qualche insulto lo abbia ricevuto!
Detto ciò. Esclusi i casi di stalking e le vere e proprie persecuzioni, che fortunatamente sono una minima parte ancora più residua, e per le quali sono previsti reati e ci si può rivolgere alla polizia postale, il fenomeno degli haters è meno pericoloso di quanto si creda. Anzi! Lo definirei un fenomeno per lo più grottesco, bizzarro e facilmente disinnescabile.
Come si disinnesca un hater
Semplicemente ignorandolo! E’ sufficiente non dare peso alle sue parole per privarlo di tutto il suo potere. E’ estremamente facile, eppure pochi lo fanno! I media non fanno altro che attribuirgli importanza. Ci sono alcuni VIP che addirittura lo “sbugiardano” pubblicando il suo post di insulti con tanto di nome e cognome. Ma è proprio qui lo sbaglio! Gli stanno dando credito e di conseguenza l’hater percepirà importanza dal suo gesto, e le volte successive si sentirà incoraggiato a ripetersi visti gli esiti positivi ottenuti.
Gli haters hanno solo bisogno di essere notati. Nient’altro! Il contenuto di quel che dicono, di solito è talmente ridicolo e grottesco che non ha il benchè minimo significato. Quel che conta e far parlare di sè. Viviamo pur sempre nella società dell’apparenza.
Eppure la maggior parte delle persone ancora non ha capito questa regola elementare! Sono convinti che siano il male assoluto della società e che bisogna sottoporli a gogna mediatica.
L’importanza sottovalutata degli haters
Il modello sociale nel quale viviamo si fonda su una chimera, per la quale tutto è sempre bello e perfetto. Non vale solo per ottenere qualsiasi cosa desideriamo (basta un click su Amazon), ma riguarda soprattutto i legami affettivi e le relazioni. Questo abbaglio culturale deriva da una comune assunzione errata per cui il bene sia la normalità sempre e comunque e le cose negative non esistono. Niente di più falso!
Basta una piccola presa in giro a scuola per gridare al bullismo. Oppure, in chiave più drammatica, pensiamo ad esempio agli omicidi all’interno di un nucleo familiare, eventi terribili che purtroppo accadono, la stampa mediatica suscita clamore esclamando che è impossibile che sia avvenuto questo in una “famiglia normale”.
Vi do una notizia io allora:
Le cose brutte accadono, sono sempre accadute e ci saranno sempre!
Purtroppo questa distorsione tra la credenza comune e la dura realtà dei fatti genera confusione. Quando abbiamo di fronte una persona sgradevole che ci copre di insulti, siamo impreparati. Non parlo di preparazione nel senso di pronta risposta: siamo tutti bravi a mandare a fan**o chi se lo merita (e a volte anche chi non). Mi riferisco ad una preparazione psicologica. Facciamo grande fatica ad accettare la cosa e ce la portiamo dentro per molto tempo, distraendoci dalle attività quotidiane per noi davvero importanti.
Bisogna acquisire una maggiore consapevolezza e allenarsi a fronteggiare dibattiti spiacevoli, esattamente come allenarsi in palestra. La nostra mente funziona come i muscoli, molto più di quel che si pensi.
Se siamo stati educati a credere che tutte le persone sono buone, avremo sempre difficoltà ad interfacciarci con le “persone cattive”.
E’ questo il motivo per cui gli haters possono giocare un ruolo a nostro vantaggio.
Dibattere con un hater è un grandissimo allenamento mentale da non sottovalutare. Ricordiamoci che gli haters sono innocui. Interagire con loro ci permette di acquisire quegli anticorpi mentali che il nostro sistema educativo attuale non è in grado di darci.


