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Oddei, gli appassionati degli alveoli dei lievitati sarebbero d'accordissimo con i Bread Architect nelle diciture LinkedIn. 🤣

Scherzi a parte, il tuo articolo mi ha dato modo di fare diverse riflessioni.

Mi ritrovo con tutto quello che dici e a volte mi diverto a cercare i miei conoscenti, soprattutto quelli che so essere dei provati imbecilli, su tale Social del Lavoro solo per leggere le qualifiche fighe che si sono dati. È uno dei miei guilty pleasure.

Sono dubbiosa sul riconoscimento dell'essenzialità di alcuni lavori basilari per il vivere comune, però.

Quando facevo la traduttrice, ad esempio, mi è capitato di essere denigrata proprio da un direttore di banca, perché non avevo fatti studi classici o scientifici. Altre mie conoscenze con lavori altolocati, diciamo, si rivolgono ai figli con frasi tipo "se continui così, finirai a fare la shampista".

C'è una denigrazione di alcune professioni e la tendenza a dare valore alla persona (anche) in base al lavoro che fa. Non credo però che il naming (lo scrivo in inglese, che fa più figo 😉) risolva il problema

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Assolutamente, procediamo.