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Avatar di Valentina

Oddei, gli appassionati degli alveoli dei lievitati sarebbero d'accordissimo con i Bread Architect nelle diciture LinkedIn. 🤣

Scherzi a parte, il tuo articolo mi ha dato modo di fare diverse riflessioni.

Mi ritrovo con tutto quello che dici e a volte mi diverto a cercare i miei conoscenti, soprattutto quelli che so essere dei provati imbecilli, su tale Social del Lavoro solo per leggere le qualifiche fighe che si sono dati. È uno dei miei guilty pleasure.

Sono dubbiosa sul riconoscimento dell'essenzialità di alcuni lavori basilari per il vivere comune, però.

Quando facevo la traduttrice, ad esempio, mi è capitato di essere denigrata proprio da un direttore di banca, perché non avevo fatti studi classici o scientifici. Altre mie conoscenze con lavori altolocati, diciamo, si rivolgono ai figli con frasi tipo "se continui così, finirai a fare la shampista".

C'è una denigrazione di alcune professioni e la tendenza a dare valore alla persona (anche) in base al lavoro che fa. Non credo però che il naming (lo scrivo in inglese, che fa più figo 😉) risolva il problema

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Avatar di Andrea

Ciao Valentina. Grazie per aver raccontato la tua esperienza. Mi dispiace sia stata denigrata al lavoro. Purtroppo sono cose che tuttora succedono.

Riguardo all'inglese, ovviamente non risolve il problema, ma nella realtà in cui lavoro, quella che ho descritto è largamente usato come insegna anche il buon Milanese Imbruttito 😄

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